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Le "Osservazioni sulla morale cattolica" furono scritte dal Manzoni nel 1819, su suggerimento di Luigi Tosi, in polemica con lo storico ed economista svizzero Simonde de Sismondi, autore di una Storia delle repubbliche italiane del Medioevo in cui si affermava che l'etica del cattolicesimo era stata causa di corruzione e di superstizione nella vita degli italiani. Alle ventidue argomentazioni e ai fatti addotti nella requisitoria del Sismondi, Manzoni replica con un'apologia della morale cattolica, dimostrando la validità dei suoi principi più generali, con una modernità di apertura che può essere definita radicale. Una confutazione che Manzoni fa con un abito mentale razionalistico e una grande sensibilità storica e critica, giungendo ad intuire verità universali, sublimi e a volte terribili. Molti temi, come la semplicità della fede e la corrispondenza della morale cattolica con i sentimenti naturali retti, la maldicenza e la corruzione della parola, l'umiltà, la salvezza e la dannazione, che sono qui trattati teoricamente, col gusto architettonico del ragionamento e con grande sottigliezza psicologica, illuminano di nuova luce anche "I promessi sposi" e le altre opere manzoniane.